mercoledì 25 giugno 2014

"Dopo di noi". È importante, facciamolo

"È una cosa importante, facciamolo!". Così ho risposto, un mesetto fa, alla mia amica Ileana Argentin, quando mi ha proposto di darle una mano per fare in modo che il Parlamento approvasse, finalmente, una legge sul "dopo di noi".
È importante perché, se qualcuno non lo sapesse, il "dopo di noi" riguarda la vita di migliaia e migliaia di persone disabili, il giorno che i loro genitori non ci saranno più. E Ileana, per chi non la conoscesse, è una donna disabile, con una gravissima malattia genetica neuro degenerativa, che invece di starsene a casa a guardare la televisione ha pensato bene di studiare, laurearsi e mettersi in politica, arrivando ad essere deputato, alla sua seconda legislatura, nelle fila del Pd.
Una legge sul "dopo di noi", lo sanno bene gli addetti ai lavori, è un po' come la tela di Penelope. Se ne parla da decenni, si fanno e si disfano decine di progetti ma poi, quando arriva il momento di votarla e di approvarla, c'è sempre un buon motivo per rimandare. Fino a che non cambia il governo e si deve ricominciare da capo.
"Questa potrebbe essere la volta buona - mi ha spiegato Ileana  - oltre al mio ci sono altri due progetti di legge simili, che verranno discussi in commissione Affari sociali della Camera, a partire da metà giugno. E pare che siano stati trovati anche i soldi per il fondo di sostegno. Tutte buone notizie, ma per evitare che anche stavolta l'iter si blocchi dobbiamo farci sentire, uscire sui giornali, andare in tv. I parlamentari devono capire quanto questo problema sia sentito e urgente". Poi mi ha raccontato di un suo conoscente, vicino di casa, che pochi mesi fa, dopo che a sua moglie era stato diagnosticato un tumore, ha ucciso lei e il figlio disabile.
È una cosa importante, ci siamo detti. Facciamolo! E ci siamo ricordati di quando, quattordici anni fa, quasi per scherzo, avevamo organizzato una sfilata di moda per modelle disabili nel bel mezzo della settimana romana dell'Alta moda. Quella volta finì con la foto di Ileana (che quanto a vanità non la batte nessuno) in abito da sposa firmato Gattinoni, sui giornali di mezzo mondo.
Stavolta la vanità non c'entra. E non c'è nulla da scherzare. Ma la sfida è davvero importante, così siamo partiti.
Per prima cosa abbiamo fatto una petizione, su Change.org, indirizzata ai presidenti di Camera e Senato e a tutti i capogruppo dei vari partiti. L'obiettivo è di metter loro fretta, in modo di arrivare all'approvazione entro il prossimo 3 dicembre, giornata internazionale della disabilità. La petizione è partita stamattina, poco prima di mezzogiorno, e in poche ore ha raccolto la bellezza di 24 mila firme. È commovente leggere i commenti lasciati da chi ha firmato. In tanti raccontano di vivere il problema quotidianamente e di conoscere bene quell'angoscia per il "dopo". E chi non è toccato direttamente parla di bisogno di civiltà e di un paese che non può e non deve dimenticarsi dei più deboli.
Per ora è tutto, ma seguiranno aggiornamenti, statene certi. Ora però tocca a voi. Se non lo avete già fatto firmate, condividete e fate girare. E se lo avete fatto rifatelo. È importante. Davvero.

giovedì 12 giugno 2014

RicerchiAmo, per chi non vuole tornare al Medio Evo

 In tempi difficili, per la ricerca italiana, c'è un gruppo di giovani studenti, dottorandi e ricercatori che si sta dando un gran da fare per difendere le ragioni della scienza dell'oscurantismo e dal credulonismo imperanti. E' quasi commovente che a prendere le parti della scienza, nella patria di Galileo Galilei, siano giovani disoccupati e precari, che invece di fuggire all'estero dedicano energie e creatività alla loro battaglia.
 Segnalo quindi questa manifestazione di sabato prossimo, organizzata da Pro-Test Italia a Milano. E pubblico di seguito il loro comunicato stampa.




Sabato, 14 Giugno 2014 - Ore 15.30/18.30
Via Mercanti – Milano


RicerchiAmo
La ricerca ogni anno salva milioni di vite, anche chi la ostacola
Introduce e modera:
Dario Padovan, Presidente di Pro-Test Italia
Interventi e Testimonianze:
Marco delli Zotti, Comitato Scientifico Pro-Test Italia, Massimiliano Filippi Segretario Generale di Federfauna, Giuliano Grignaschi, IRCCS istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, Charlotte Kilstrup-Nielsen, Ricercatrice dell’Università dell’Insubria (esperta della sindrome di Pro-Rett), Nadia Malavasi, Presidente onorario Thalidomici Italiani Onlus, Ambra Marelli, Vice-Presidente di Pro-Test Italia,Renato Massa, naturalista, Andrea Menni, Associazione Smaisoli, papà di un ragazzo affetto da SMA, Lucia Monaco, direttore scientifico Telethon, Alessandro Papale, ricercatore IRCCS Ospedale San Raffaele - Milano, Silvia Piol, Comitato Scientifico Pro-Test Italia, Ivan Tavella, Comitato Vita indipendente, affetto da atrofia muscolare, Angelo Troi, Presidente Società Italiana Veterinari Liberi Professionisti (SivelP), Luisella Vitali, Mamma di una bimba affetta dalla sindrome di Pro-Rett, Giulia Volpato, Vice-Presidente associazione Sindrome ECC, affetta da sindrome EEC, Prof. Rolf Zeller - Base Declaration Society- Svizzera

Parteciperà anche, condizioni permettendo, Caterina Simonsen, la giovane affetta da quattro malattie genetiche, oggetto nei mesi scorsi di numerosi insulti e minacce di morte via internet da parte di estremisti animalisti.

Pro-Test Italia, l’Associazione di giovani ricercatori e studenti che difendono le ragioni della ricerca biomedica, con il tema della manifestazione di quest’anno, si prefigge di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica non solo sulla necessità di contrastare la disinformazione delle organizzazioni animaliste nei confronti della sperimentazione biomedica e, in particolare, dell’utilizzo degli animali nei laboratori di ricerca. Vuole altresì esprimere la grande preoccupazione per i tanti che, in posizioni diverse di responsabilità, mettono in discussione la validità del metodo che la comunità scientifica internazionale si è data per valutare sicurezza ed efficacia di nuovi farmaci e delle nuove terapie. Tra questi, molti Magistrati del lavoro che, senza disporre di alcuna competenza e richiedere pareri agli enti preposti (AIFA, Istituto Superiore di Sanità, Ministero della Salute, hanno emesse sentenze per obbligare gli Spedali di Brescia a somministrare il cosiddetto metodo Stamina. Un intruglio di cui non si conosce il contenuto, se non quello propagandistico diffuso dal suo ‘inventore’, Davide Vannoni e dal suo vice, Marino Andolina, incriminati dal Tribunale di Torino per truffa e associazione a delinquere.
                                                                                                                           Dario Padovan
Presidente di Pro-Test Italia


domenica 8 giugno 2014

Italia, Paese malato. Non si salva più neanche con le staminali

 Adesso il problema non è più soltanto quello di una nazione che disconosce la ricerca scientifica. Né quello di un sistema impazzito, grazie alla sciagurata riforma del titolo quinto della Costituzione, col conseguente federalismo sanitario. E nemmeno possiamo prendercela più solo con le Iene e con la cattiva informazione. Qui è in gioco la giustizia di questo Paese. La sua sopravvivenza democratica.

 Se un medico sotto processo per associazione a delinquere finalizzata alla truffa viene autorizzato a somministrare ad un bambino gravemente malato un intruglio di cui nessuno conosce la composizione. Se questo medico si presenta in un ospedale pubblico e fa lui stesso la puntura a quel bambino, nonostante la presa di distanza di tutti i medici e della direzione dell'ospedale. Se il parere di un giudice del lavoro, che non risulta essersi avvalso di nessuna perizia medica se non di quella dello stesso dottore inquisito (di cui, per inciso, dice di non sapere che fosse sotto processo) vale di più di quello dell'agenzia nazionale del farmaco e di tutta la comunità scientifica mondiale. Se tutti questi "se", che purtroppo sono la cruda realtà, si verificano tutti insieme, allora c'è da aver paura. Per noi, per i nostri figli e per il futuro di questa povera Italia.

Forse esagera, Elena Cattaneo, quando dice che ieri, a Brescia, è morto lo Stato italiano. Morto no, ma di sicuro gravemente malato. E temo che a questo punto non riuscirà a salvarlo neanche una potente infusione di cellule staminali mesenchimali.

giovedì 5 giugno 2014

Ricerca o animali? Alessandria ha scelto. Di non scegliere

"Ricerca o animali, Alessandria deve scegliere" scrivevo dieci giorni fa su questo blog. Mi riferivo alla polemica esplosa all'indomani di un concerto di raccolta fondi a favore della Fondazione Telethon patrocinato dal comune piemontese. Alcuni esponenti del Movimento 5 stelle si erano arrabbiati perché tale patrocinio andava in contrasto con una delibera, di stampo animalista, in cui il consiglio comunale, all'unanimità, aveva approvato un emendamento dell'esponente del M5S che impegnava l'amministrazione a non concedere patrocini o collaborazioni di sorta a tutte quelle associazioni che per fare ricerca scientifica utilizzano la sperimentazione animale. A meno che, recitava testuale l'emendamento, le stesse associazioni non si fossero "impegnate, per iscritto, a non finanziare alcun progetto di sperimentazione su animali per il presente e il futuro".
La cosa mi era subito suonata strana. Come può la Fondazione Telethon e come lei tutte le associazioni o fondazioni che finanziano la ricerca scientifica in campo biomedico, impegnarsi a non fare più sperimentazione animale? Se lo facesse dovrebbe chiudere bottega il giorno stesso. E chi lo spiegherebbe, in quel caso, ai genitori dei bambini malati, che è arrivato il momento di rinunciare, per sempre, a qualsiasi speranza di cura? Nei fatti, però, aveva ragione il grillino. Perché la delibera era chiara. E quel concerto a favore di Telethon l'aveva bellamente ignorata.
Ho chiamato allora il Comune di Alessandria. Prima ho parlato con una gentile signora dell'ufficio Tutela degli animali, che mi ha inviato il testo della delibera. Poi, dopo qualche giorno di "anticamera", ho avuto una risposta dall'ufficio stampa, che si era consultato con l'assessore Maria Teresa Gotta, che si occupa di Educazione e aggregazione sociale ma ha anche la delega alla tutela degli animali. Niente di scritto, ma una spiegazione telefonica molto chiara, nel suo equilibrismo dialettico. "Il Comune di Alessandria ha rispettato la delibera - mi hanno detto - perché all'associazione a cui era stato dato il patrocinio (Telethon) è stato fatto firmare un documento in cui la stessa associazione si impegna a non utilizzare i fondi raccolti ad Alessandria (ma non altri) per attività di ricerca che prevedano la sperimentazione animale".
Per sicurezza me lo sono fatto ripetere due volte. Ma la linea dell'assessore Gotta è proprio questa. Quindi, ho riflettuto a voce alta con l'addetta stampa del Comune, basta che Telethon usi i soldi raccolti ad Alessandria per comprare, chessò, le provette e i camici degli scienziati, che la forma è salva e gli animalisti sono contenti. Anche se con quei camici e quelle provette gli stessi scienziati fanno i loro bravi test sulle cavie, come i loro colleghi di tutto il mondo. L'importante è che quelle cavie siano state comprate e vengano trattate con i soldi raccolti in qualche altro comune ancora non raggiunto dagli zelanti animalisti grillini.
Dal tono della voce della povera addetta stampa mi è sembrato di intuire un certo imbarazzo. Ma forse mi sbaglio. Fatto sta che prima di salutarci ha voluto precisarmi che "in effetti, il tema è eticamente molto complicato. E che quasi sicuramente la questione non si chiude così". Temo abbia ragione. Morale della favola. Tra i due "litiganti", gli animalisti e l'associazione benefica, il terzo paga: la ricerca.