giovedì 19 febbraio 2015

Animalisti e anti-vaccinisti: ecco i prossimi "casi Stamina"

Pietra tombale, pare, sulla storia del metodo Stamina. Gli indagati patteggiano e si impegnano a non spacciare mai più i loro intrugli, né in Italia né all'estero. Marino Andolina, il medico che più di ogni altro si era speso a favore della terapia a base di staminali mesenchimali (posto che nei suoi preparati ce ne fossero) dichiara che l'esperienza di Stamina è definitivamente morta mentre la rivista coreana che aveva pubblicato i suoi dati (l'unica) ritira l'articolo. I senatori fanno mea culpa per il decreto Balduzzi e scrivono un decalogo affinché vicende simili non si ripetano. Le Iene non ne parlano più da mesi.

Resta traccia, su Facebook, della rabbia - comprensibile - di alcune di quelle famiglie con i figli malati che riponevano nelle infusioni di Vannoni & C tutte le loro speranze. A loro mi sento di dire che, per fortuna, c'è qualcos'altro su cui sperare. Che la vera ricerca non sta con le mani in mano e che, come scrivevo tempo fa su Invisibili, proprio sulla SMA (l'atrofia muscolare spinale), la malattia di molti dei bambini di Stamina, sono attivi trial clinici molto promettenti anche in Italia.

La storia della truffa di Stamina, comunque, sembrerebbe finita qua (il condizionale è d'obbligo, visto che ancora oggi, a vent'anni dalla bocciatura definitiva, rispunta ogni tanto il metodo Di Bella), ma ci sono almeno altre due "campagne" che devono preoccupare il mondo della ricerca e tutti i cittadini che hanno a cuore la salute pubblica e il metodo scientifico. Mi riferisco alla battaglia degli animalisti contro la sperimentazione animale e a quella dei movimenti contro i vaccini (pediatrici e non).

Gli ingredienti sono gli stessi di Stamina. Movimenti di opinione che nascono e proliferano prendendo spunto da "verità" palesemente false e non suffragate da nessun dato scientifico. Gli animalisti dicono che "è inutile e crudele sperimentare i farmaci sui ratti o sugli altri modelli animali perché oramai esistono metodi alternativi molto più validi". Gli anti-vaccinisti sostengono che "è provato che trivalente e esavalente fanno venire l'autismo o altre gravissime malattie".

La timida (troppo) risposta degli scienziati può pochissimo contro il tam tam sui social network, l'ansia complottista di buona parte del popolo della rete e la complicità di personaggi famosi, giornali e tv. Tra uno che strilla e lancia accuse pesanti contro "i cattivi scienziati al soldo delle multinazionali farmaceutiche che vogliono il male di poveri bambini o di poveri cagnolini" e un altro che azzarda a proporre un ragionamento complesso, fatto di dati e di evidenze consolidate negli anni, purtroppo, non c'è partita.

C'è poi un altro elemento che accomuna queste campagne alla vicenda di Stamina. Tra tutti forse è il più inquietante e riguarda il rapporto malato tra scienza e giustizia. Se nel caso di Vannoni e soci furono le sentenze dei pretori del lavoro ad imporre agli ospedali di somministrare "la terapia" e fu una sentenza del Tar del Lazio ad annullare (per cavilli procedurali) la bocciatura della prima commissione governativa, anche nel caso degli animalisti e di chi combatte i vaccini esiste una pericolosa sponda giudiziaria. Con i giudici dei Tribunali del lavoro di Trani e di Milano che condannano il ministero della Salute a risarcire i genitori di bambini autistici sostenendo che sarebbe acclarata la sussistenza del nesso causale tra il vaccino esavalente e la malattia dei loro figli. E con gli animalisti che cominciano ad organizzarsi per bombardare di esposti i tribunali, con la speranza che qualche giudice dia loro retta e blocchi l'attività di ricerca dei laboratori che utilizzano modelli animali per i loro esperimenti (praticamente tutti).

Se Stamina è morta, come dice Andolina, anche la ricerca non se la passa tanto bene. E la battaglia continua...

Per chi volesse approfondire la vicenda dei vaccini consiglio la lettura del post "Vaccini e bufale" di Salvo Di Grazia su MedBunker.
Sulla sperimentazione animale invece si può invece navigare il sito di Protest.
Sono siti "di parte", ovviamente. La parte della scienza.